Quando si parla della città di Celano, della sua storia, dei suoi costumi, delle sue tradizioni, del suo popolo forte e gentile, come del resto è tutta la gente marsa, non si può trascurare o ignorare quella venerazione e quell’attaccamento che i celanesi hanno per I loro Santi protettori: tre martiri della fede cristiana.

Si sa che il progresso accelera prodigiosamente il processo di innovazione e di standardizzazione dei costumi e tutto ciò sradica e modifica antiche usanze e tradizioni che stanno per scomparire, ma tutto ciò non ha cambiato minimamente l’attaccamento, la fede e l’amore che i celanesi custodiscono saldamente nel loro animo per le sacre spoglie dei Santi Martiri.

Nei momenti di solitudine, di tristezza, di vuoto interiore, di insoddisfazione, d’estremo bisogno morale e spirituale, la mente e le preghiere dei celanesi sono rivolte a loro, affinché queste tre stelle di prima grandezza del firmamento cristiano intercedano presso Colui che tutto può e muove.

( Sorgente dei Santi Martiri di Celano )

Simplicio si era sposato con Gaudenza, ambedue originari della Borgogna, e da questo matrimonio nacquero due figli: Costanzo e Vittoriano.

Folgorati dalla fede cristiana, i tre nobili borgognoni abbandonarono la loro casa e le loro proprietà per diffondere la parola di Cristo nel mondo.

Lasciata l’alta Savoia, dopo aver attraversato borghi e paesi dove fu necessario lottare contro l’ignoranza, la superstizione e la diffidenza della gente dei villaggi, attaccata alla tradizione e contraria ad ogni innovazione, arrivarono in Dalmazia. Nonostante tutto, qui riuscirono a convertire al cristianesimo molte persone, in particolare gente di umile condizione.

Partiti dalla Dalmazia, raggiunsero Ravenna. In questa città accadde il primo miracolo dei Santi Martiri: una fanciulla ravennate di natali nobilissimi aveva perduto la vista a soli otto anni di età; il padre e la madre avevano già consultato i medici, ma senza speranze. Una notte, Cornelio, il padre della fanciulla, fu chiamato nel sonno da una voce celeste:”O Cornelio, domani mattina presto, porta tua figlia lungo la via romana ed ivi attendi i Santi Martiri, in cammini verso Roma per ricevere la Palma della vita. quando li vedrai arrivare, pregali affiché soltanto pongano le mani sugli occhi di tua figlia ed ella tornerà come prima”.

Appena si fece giorno, l’uomo si alzò e, secondo l’angelico annuncio, insieme alla figlia si recò sul luogo che gli era stato indicato.

Dopo poco passarono i Santi: Simplicio pose una mano sulla fronte della fanciulla, la quale riacquistò immediatamente la vista.

Frattanto a Roma giunse notizia dell’imminente arrivo dei tre Santi. I governanti, preoccupati del rapido diffondersi delle idee cristiane, mandarono il prefetto Ponzio a fermare i tre borgognoni. Questi ordinò subito l’arresto dei tre “perturbatori” della legge romana.

Ponzio cercò in tutti i modi di convincere i Santi a rinunciare alla loro missione, ma ogni tentativo fu vano. Il prefetto passò allora alle minacce, ma anche questo tentativo risultò inutile: Simplicio, approfittando della presenza di molte persone venute ad assistere al processo, con un infervorato discorso sulla vita e sugli insegnamenti di Gesù, riscosse l’approvazione dei presenti, per cui molti chiesero di essere battezzati.

Allora Ponzio ordinò di flagellare il padre e i due figli ed essi rinnovarono ancora una volta la fede in Cristo.

Non avendo la facoltà di condannarli a morte, pena prevista per quei reati, il prefetto fu costretto ad inviarli a Roma affinché fosse lo stesso imperatore a giudicarli.

( Restauro affresco dedicato ai Santi Martiri di Celano nella Chiesa di San Giovanni a Celano del XIV secolo )

Giunti a Roma i Santi Martiri furono incarcerati. Di notte, i legami che li strigevano si sciolsero prodigiosamente e i tre araldi della fede cristiana raggiunsero la Basilica di San Pietro, guidati dalla volontà divina.

In quell’epoca Roma era governata dall’imperatore Marco Aurelio, coadiuvato dal fratello adottivo Lucio Vero. All’arrivo dei Santi, Marco Aurelio era fuori Roma e Lucio Vero stava trascorrendo le vacanze estive nella villa imperiale di San Potito, una località montana, molto vicina al paese di Celano. I Santi Martiri vennero quindi portati a San Potito per essere ammessi alla presenza dell’imperatore.

L’imperatore si rivolse loro con toni aspri:

IMPERATORE: “Sappiamo già chi siete: avete lasciato il vostro paese, dove eravate nobili e godevate di tutti i diritti civili, per seminare discordia in tutto l’impero.”

SIMPLICIO: “Non predichiamo la guerra ma la pace tra gli uomini.”

IMPERATORE: “Allontanate da me questi impostori, razza di vipere! Portateli dove saranno in compagnia di loro simili!”

SIMPLICIO-COSTANZO-VITTORIANO: “Non abbiamo altro da temere se non Dio, nostro Signore dei Cieli. Verseremo il nostro sangue per testimoniare la divinità di Cristo.”

I tre allora furono imprigionati in una grotta oggi conosciuta con il nome di “Tana del Lupo”, nelle vicinanze di San Potito, a circa tre chilometri di distanza dalla villa dell’imperatore; ancora oggi la grotta è infestata dalle vipere.

Restarono per tre giorni nella grotta in compagnia dei rettili e poi furono nuovamente condotti alla presenza del crudele imperatore.

Lucio Vero chiese loro se volessero considerare la ritrattazione della loro fede ed adorare gli idoli pagani, piuttosto che essere condannati a morte per Cristo.

Risposero: “Sta scritto che i vostri idoli pagani sono demoni e tutti coloro che confideranno in essi sono destinati a peccare e ad essere condannati in eterno.”

Queste parole fecero infuriare l’imperatore, il quale ordinò ai servi di legare saldamente i Santi dietro ad un carro guidato da buoi affinché venissero trascinati giù dalla montagna e andassero incontro a morte sicura.

I tre Martiri invece furono salvati dall’intervento divino; infatti i buoi non riuscirono a correre e a trascinare il carro giù dal pendio.

Dopo questo secondo tentativo, i servi condussero i Santi in una località denominata Fontedoro, oggi Fontegrande, dove una sorgente d’acqua cristallina sgorga alle falde del Monte Tino. Qui i servi, ubbidendo fedelmente agli ordini dell’imperatore, decapitarono i tre soldati di Cristo.

Le teste dei Santi caddero a terra generando nel punto di impatto con il terreno zampilli di acqua purissima.

In quello stesso istante, si verificò nell’intero territorio della Marsica un violento terremoto di tale intensità che gli uccisori dei Santi rimasero a lungo paralizzati; uno di loro, di nome Cesareo, il quale aveva fin dall’inizio assistito alla passione dei Martiri, si convertì al cristianesimo, chiedendo il battesimo ad un prete chiamato Crescenzo.

( Statue dei Santi Martiri di Celano nella Chiesa di San Giovanni a Celano )

( Fedeli in processione con i Santi Martiri di Celano )

Le reliquie dei tre Santi sono oggi conservate sotto l’altare maggiore della Chiesa di San Giovanni Battista.

La solenne festa dei Santi Martiri viene celebrata ogni anno dal 24 al 26 di Agosto con grandissima partecipazione di devoti e di emigranti che tornano a Celano proprio in occasione della festa patronale.

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