Sulla groppa delle montagne gli uomini non conoscono compromessi, li ho visti infiammarsi negli occhi, ardere d’Amore e Forza ineffabili.
Nei giorni delle case distrutte, quando ognuno è solo, con i piedi sulla terra, arrivarono carichi di braccia, cuori e dignità, ogni mattina come la prima, ogni abbraccio come l’ultimo.
Caricarono sulle spalle il dolore di ogni pietra, di ogni muro offeso dal tremore, strinsero le mani, dure come tenaglie, a trattenere tutto quello che si scioglie e cade.
Ogni sera una promessa di tornare, perchè col buio scende il freddo dentro e fuori,e allora la promessa vale oro: “siamo lì dietro l’angolo della montagna, fate un fischio e torneremo ad ogni ora”.
E il mattino silenzioso e surreale riprendeva forma quando i loro volti e i nostri si incrociavano sul dovere di rimettere a posto ogni cosa, al ritmo di ogni sussulto della terra.
Dio delle alte Vette, dei Massicci modellati sotto il cielo, ho capito quello che hai da dirmi: quando tuoni col tuo suono agghiacciante siamo tutti assieme a spezzare il pane e versare il vino,come hanno fatto loro, senza divise, senza questioni, con l’unica ragione di portare avanti il quotidiano lì dove i giorni non sembrano più gli stessi.
Sulla groppa delle montagne gli uomini non conoscono compromessi,duri, nelle loro rughe, hanno insegnato l’Amore e la forza ineffabili.